L’Istituto avventista, con i propri docenti, i propri precettori, il personale del campus, avverte da sempre la responsabilità di offrire un progetto educativo in grado di favorire lo sviluppo integrale della persona. Gli studenti e le studentesse vengono accolti e accompagnati lungo un itinerario di ascolto e di crescita spirituale, umana, sociale oltre che accademica.
“La vera educazione, infatti, è più che la frequenza di un certo corso di studi; è più che una preparazione per la vita presente: essa interessa l’essere intero e tutto il periodo dell’esistenza di cui un uomo può disporre; è lo sviluppo armonioso delle facoltà fisiche, mentali e spirituali dell’individuo. Essa prepara lo studente per la gioia del servizio in questo mondo e per la gioia più grande di un servizio più com-plesso nel mondo a venire”
I principi cristiani che ispirano l’opera dell’Istituto e ne motivano le scelte politiche e accademiche, scaturiscono da una precisa confessione di fede, che può essere così riassunta:
Lo Spiritual Master Plan che orienterà quest’anno la nostra riflessione si lascia ispirare dal testo di Ecclesiaste 3:14 “… quel che Dio fa è per sempre”. Si tratta di un testo sapienziale, dove la parola di Dio è messa a confronto con i sentimenti, i limiti e le aspirazioni del cuore umano. La conoscenza di Dio è posta al vaglio dell’esperienza della vita concreta, e il credente ne trae delle considerazioni sulla vita stessa, su Dio, su sé stesso e sul mondo che lo circonda. In questo caso, il versetto scelto arriva alla conclusione che mentre tutta l’opera umana non è che vanità, un correre dietro al vento, tutto quello che Dio fa dura per sempre. Questo magnifico testo ci permetterà di riflettere sull’importanza di riconoscere Dio e di essere da lui riconosciuti, sul senso dell’eternità, sulla partecipazione dell’essere umano all’opera di Dio (che in questo versetto viene sfidata dall’idea che non serve aggiungere né togliere nulla a ciò che Dio fa), e prima ancora sulla libertà dell’essere umano di fronte all’onnipotenza di Dio, per poi concludere con l’invito alla fede, «perché gli uomini lo temano», e dunque anche con una riflessione sul significato di questa espressione (temere Dio) che oggi non gode di molta popolarità né fuori né dentro la chiesa. Insomma, un viaggio sulle orme dell’Ecclesiaste, alla scoperta di quel Dio che è con noi tutti i giorni ma allo stesso tempo deve essere cercato in ogni momento.